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Bassoriliveo chiesa Parrocchiale

Mese di Maggio

In questo particolare mese di Maggio Papa Francesco ha proposto di vivere una maratona di preghiera per invocare la fine della pandemia e la ripresa del lavoro. Trenta santuari rappresentativi, sparsi in tutto il mondo, guideranno la preghiera mariana, che verrà trasmessa in diretta sui canali ufficiali della Santa Sede alle ore 18 ogni giorno. Qui puoi seguire le trasmissioni: www.vaticannews.it ; Qui l’articolo con tutte le informazioni. https://www.avvenire.it/papa/pagine/il-1-maggio-il-papa-da-inizio-a-un-mese-di-rosario-dai-santuari-per-guarire-pandemia

Durante questo mese, portando nel cuore le intenzioni del Papa, pregheremo il rosario in forma comunitaria in questo modo:

A Bosco ci troveremo in chiesa parrocchiale ogni lunedìmartedìmercoledì e venerdì sera, per questa settimana alle 20.00. invitiamo in particolare i nostri bambini e ragazzi.

A Valdiporro proponiamo di trovarci intorno ai nostri capitelli, sempre osservando le norme vigenti (distanziamento e mascherina).Non ci sarà un incaricato della parrocchia a guidare il rosario, la preghiera è affidata alle persone che si radunano. Gli appuntamenti di questa settimana: Mercoledì 5 maggio, Capitello in contrada Mandria; Venerdì 7 maggio, Capitello di contrada Pezzo (Madonna di Lourdes) sempre alle 20.30

Buon mese di Maggio!!

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Novena dell’Immacolata

Immacolata concezione della Beata Vergine MariaSenza titolo

 Novena in preparazione alla solennità con le parole del Magnificat

L’incontro con l’Arcangelo Gabriele, l’esperienza profonda, intima della presenza di Dio, quell’eccomi pronunciato con convinto entusiasmo. Il cuore della giovane Maria è gonfio di meraviglia e di trepidazione, e com’è naturale nasce in lei il desiderio di comunicare, di gridare la sua gioia. Questo però è molto difficile. A chi confidare un’esperienza del genere? Da chi sentirsi capiti al punto da aprire il cuore? Quando Elisabetta le parla riconoscendola come Madre del suo Signore, Maria si sente immediatamente compresa, avvolta da una sintonia profonda, e prorompe in un meraviglioso cantico di esultanza. Mediteremo le sue parole cercando di accogliere come lei la gioia di Dio nella vita, una gioia che viene dalla sua misericordia per noi e dalla salvezza che egli vuole donarci. Lasciarci guidare da Maria, Madre celeste, ci aiuti a rinvigorire il germoglio della nostra fede, perché essa diventi feconda di gioia e serenità per noi e di testimonianza evangelica per il mondo.

La novena ha questa struttura:

 Un inizio comune con l’invocazione allo Spirito Santo

Una proposta per ogni giorno con la lettura di una delle espressioni del cantico di Maria e una piccola meditazione.

Una conclusione uguale per ogni giorno.

 

Inizio della preghiera (comune per tutti i giorni):

 Invocazione allo Spirito Santo.

Lo Spirito che rese fecondo il grembo di Maria, renda vigoroso anche in noi il germoglio della fede perché produca frutti di vita nuova.

 

Vieni, Santo Spirito,

manda a noi dal cielo

un raggio della tua luce.

 

Vieni, padre dei poveri,

vieni, datore dei doni,

vieni, luce dei cuori.

 

Consolatore perfetto,

ospite dolce dell’anima,

dolcissimo sollievo.

 

Nella fatica, riposo,

nella calura, riparo,

nel pianto, conforto.

 

O luce beatissima,

invadi nell’intimo

il cuore dei tuoi fedeli.

 

Senza la tua forza,

nulla è nell’uomo,

nulla senza colpa.

 

Lava ciò che è sordido,

bagna ciò che è arido,

sana ciò che sanguina.

 

Piega ciò che è rigido,

scalda ciò che è gelido,

drizza ciò ch’è sviato.

 

Dona ai tuoi fedeli

che solo in te confidano

i tuoi santi doni.

 

Dona virtù e premio,

dona morte santa,

dona gioia eterna.

 

Orazione: Illumina il nostro cuore, Signore, con lo Spirito che rese fecondo il grembo della vergine, e come rendesti fecondo il grembo di lei che obbedì alla tua Parola, fa che germoglino anche nell’umiltà del nostro cuore frutti abbondanti di vita nuova. Tu vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

 

29 novembre

 

Le parole di Maria – Lc 1,46b-47

 

«L’anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

 

Maria non mette al centro se stessa, ma Dio. Non attribuisce la sua gioia alla sua bravura, al suo merito. La esprime, e immediatamente la riconosce come un dono. Ha incontrato Dio, e lo ha sperimentato come salvatore. Si sente amata per sempre, e per questo custodita per sempre, preservata dalla vittoria del male. Simeone le annuncerà che il male la colpirà, la farà soffrire, ma fin da ora ella è certa che la parola definitiva nella sua vita la dirà l’Amore di Dio, e questa parola sarà salvezza. Questa è la certezza che riempie il suo cuore di gioia.

 

Chiediamo a Maria la grazia di non mettere al centro noi stessi, i nostri progetti, le nostre paure e ansie, le nostre forze, ma di fare spazio alla presenza di Dio che tutto illumina e valorizza della nostra persona e della nostra vita

 

30 novembre

 

Le parole di Maria – Lc 1,48

 

Il Signore ha guardato l’umiltà della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

 

Maria non si inorgoglisce per quello che le è capitato. Sa che tutto quello che ha è dono di Dio, e lo riconosce. Questo non la fa sentire sminuita, mortificata, inutile. Al contrario, lei sa che questa umiltà non diventerà, davanti a Dio, umiliazione, ma spazio per accogliere il suo grande Amore. L’umiltà sarà per Maria anche beatitudine. In essa consisterà la sua fortuna, perché la farà costantemente destinataria di un immenso dono. Nell’umiltà sarà la sua felicità, perché la farà libera da se stessa e certa di essere Amata per sempre. L’umiltà sarà strada maestra per la sua realizzazione, perché nell’Amore di Dio si compirà fino alla pienezza la sua vita.

 

Preghiamo le Litanie dell’umiltà, invocando questo dono dal Signore, Mite ed umile di cuore, che volse il suo sguardo all’umiltà di Maria.

Invocazioni ispirate ad una preghiera scritta dal cardinale Rafael Merry del Val (1865-1930), Nunzio apostolico e poi Segretario di Stato Vaticano

 

O Gesù! mite ed umile di cuore, Ascoltami!

Dal desiderio di essere stimato, Liberami, o Gesù.

Dal desiderio di essere amato, Liberami, o Gesù.

Dal desiderio di essere decantato, Liberami, o Gesù.

Dal desiderio di essere onorato, Liberami, o Gesù.

Dal desiderio di essere lodato, Liberami, o Gesù.

Dal desiderio di essere preferito agli altri, Liberami, o Gesù.

Dal desiderio di essere consultato, Liberami, o Gesù.

Dal desiderio di essere approvato, Liberami, o Gesù.

Dal timore di essere umiliato, Liberami, o Gesù.

Dal timore di essere disprezzato, Liberami, o Gesù.

Dal timore di essere rifiutato, Liberami, o Gesù.

Dal timore di essere disprezzato, Liberami, o Gesù.

Dal timore di essere dimenticato, Liberami, o Gesù.

Dal timore di essere preso in ridicolo, Liberami, o Gesù.

Dal timore di essere contrariato, Liberami, o Gesù.

Dal timore di essere sottovalutato, Liberami, o Gesù.

 

01 dicembre

 

Le parole di Maria – Lc 1,49

 

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente

e Santo è il suo nome;

 

Maria non ha ancora visto e toccato nulla. Dal momento dell’annunciazione è passato il tempo che serve per camminare da Nazaret fino a Gerusalemme, a casa di Elisabetta e Zaccaria. Ancora non sa cosa succederà, che cosa la aspetta, come si evolveranno gli eventi. Le grandi cose di cui parla sono per buona parte ancora solo grandi promesse, eppure Maria non dubita: sa che la fedeltà di Dio non verrà meno. Sa che chi incontra un amore così grande non può che aspettarsi grandi cose. 

 

Spesso la nostra fiducia in Dio è corta e limitata. Piu che immaginare le sue grandi opere rischiamo di cadere nella tentazione di uno sguardo frettoloso e negativo. Ogni momento di serenità rischia di allontanarci da Dio e di chiuderci nella nostra autosufficienza. Ogni inciampo, ogni ostacolo ci fa arrabbiare e sospettare di Dio.

Lasciandoci guidare da Maria passiamo qualche istante di silenzio a ringraziare Dio per quello che ci ha donato, e chiediamo alla Madre che ci aiuti ad aprire sul presente e sul futuro uno sguardo illuminato dalla fede.

 

02 dicembre

 

Le parole di Maria – Lc 1,50

 

di generazione in generazione la sua misericordia

per quelli che lo temono.

 

Temere Dio non significa averne paura. La paura anzi è la nostra tentazione nei suoi confronti, come se egli fosse uno che ci porta via qualcosa, che minaccia la nostra libertà e incolumità. Al contrario, Dio ci rivolge il suo Amore, un Amore così grande, così profondo, così potente che ci intimorisce, cioè ci fa sentire piccoli, incapaci di capire, di prendere le misure della sua grandezza e del suo dono. Accorgersi che davanti a lui siamo minuscoli, ma immensamente amati ci riempie di stupore. Riconoscere che siamo piccole creature davanti ad un creatore che, nella sua immensità, ci considera importanti e desidera amarci, spalanca le porte del nostro cuore ad accoglierlo.

 

Nel silenzio chiediamo a Maria che ci aiuti a riconoscere la grandezza dell’Amore di Dio e a spalancare il cuore alla sua presenza, al suo Amore, alla sua Misericordia. Preghiamo il Padre nostro, la preghiera dei figli fiduciosi, abbandonati nelle braccia del Padre.

 

03 dicembre

 

Le parole di Maria – Lc 1,51

 

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

 

La superbia è la madre di tutti i peccati. Mette l’uomo nella condizione di pensare che può fare da se stesso. Colui che è catturato dalla superbia pensa di essere signore di se stesso, per questo non può avere come Signore Gesù Cristo. La superbia mette chi ne è contagiato nella condizione di pensare che è lui a dover decidere, lui a dover valutare, a dover scegliere ciò che è bene o male, vero o falso. In fondo il superbo, senza accorgersene, pretende di di fare senza Dio, di prendere il suo posto. La superbia è il peccato che il serpente suggerisce a Eva. Maria, la nuova Eva, sa che chi mette al centro se stesso non può più comprendere nulla ne della propria vita ne del mondo, perché rifiuta colui che della vita e del mondo è creatore. 

 

Maria ha allontanato il seme della superbia dal suo cuore. Sa che nessuna creatura può vivere in modo sano e autentico lontano dal creatore. Rinnoviamo la nostra fede, rinunciando a Satana e rinnovando la nostra adesione a Cristo, Signore della nostra vita.

 

Rinuncio al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio.

Rinuncio alle seduzione del male, per non lasciarmi dominare dal peccato.

Rinuncio a satana, origine e causa di ogni peccato.

 

Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra

Credo in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto, discese agli inferi. Il terzo giorno risuscitò da morte, salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre Onnipotente, di là verrà a giudicare i vivi e i morti.

Credo nello Spirito Santo, la Santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna. Amen

 

04 dicembre

 

Le parole di Maria – Lc 1,52

 

ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili;

 

Quando Maria pronuncia queste parole, i potenti sono tutti sui loro troni, i corrotti ordiscono le loro trame, i ricchi comandano opprimendo i poveri. Che Maria sia una sognatrice che non si rende conto della realtà? Certo che no. Il suo sguardo non è offuscato dall’ingenuità né deformato dall’entusiasmo. Maria parla in questi termini perché vede più lontano di quel che non potrebbe fare con le sole possibilità umane, e questo non perché abbia dei poteri speciali, ma perché lasciandosi abitare da Dio ne condivide la visuale. Chi condivide lo sguardo lungimirante di Dio sa che il suo regno è destinato a trionfare. Le trame dei potenti invece sono tutte destinate a corrompersi insieme a coloro che li ordiscono. Maria vede la prospettiva del regno, e questo le da la possibilità di vivere nella prospettiva del regno e di pregustarne la bellezza.

 

Proprio perché vede lontano, Maria vive di speranza. Lei è la donna dell’ascolto e dell’obbedienza, e per questo è anche la donna della speranza. Anzi, la sua vita e la sua intercessione sono faro di speranza per l’umanità, poiché in lei vediamo realizzate le promesse di Dio per noi. Invochiamo la sua intercessione e chiediamo che, nella sua tenerezza Materna, ravvivi in noi la speranza del bene.

Nel silenzio preghiamo anche per tutti coloro che vivono momenti di particolare disperazione e di buio, nella vita e nella fede, a causa dell’ingiustizia del mondo e delle fatiche della vita. Non preghiamo però in modo generale, cerchiamo piuttosto di presentare alla Vergine le persone che conosciamo e che, secondo noi, hanno bisogno di speranza.

 

05 dicembre

 

Le parole di Maria – Lc 1,53

 

ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

 

Gli occhi di Maria vedono ancora lontano, nella prospettiva del regno, dove la luce di Dio metterà a nudo la verità. Allora si scoprirà che i beni che i ricchi hanno accumulato e nei quali hanno posto la loro fiducia sono nulla. Questi ricchi si renderanno conto di rimanere a mani vuote. Al contrario gli affamati, coloro che, anche a causa dell’avidità e dell’indifferenza dei ricchi, sono rimasti privi del necessario, saranno colmati di ogni bene. Queste espressioni del canto di Maria non parlano solo della giustizia futura, ma anche della sapienza per il presente. Come lei, anche noi siamo chiamati a riconoscere che la nostra ricchezza più grande, la nostra eredità preziosa, è l’amore di Dio. Di lui, della sua grazia, della sua misericordia dobbiamo avere fame, imparando a guardare ai beni della terra con gratitudine e libertà, riconoscendoli come strumenti di sostentamento e di condivisione e non come fonte della nostra salvezza, che viene solo da Dio.

 

Con le parole del Salmo 16 rinnoviamo nel cuore la certezza che Maria ci indica: Dio è il nostro unico e più grande bene.

 

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu, solo in te è il mio bene».

Agli idoli del paese, agli dèi potenti andava tutto il mio favore.

Moltiplicano le loro pene quelli che corrono dietro a un dio straniero.

Io non spanderò le loro libagioni di sangue,

né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita.

Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi: la mia eredità è stupenda.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;

anche di notte il mio animo mi istruisce.

Io pongo sempre davanti a me il Signore,

sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima;

anche il mio corpo riposa al sicuro,

perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,

né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,

gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra.

 

06 dicembre

 

Le parole di Maria – Lc 1,54

 

Ha soccorso Israele, suo servo,

ricordandosi della sua misericordia,

 

Dio non ci dimentica. Noi ci dimentichiamo di lui, ma sempre lui ci porta nel cuore e ci soccorre. A volte gli occhi del nostro spirito non sono capaci di riconoscere la sua presenza. Abbiamo bisogno di pregare con insistenza non perché Dio sia difficile da convincere, ma perché il nostro cuore fatica molto a vedere la sua salvezza, a percorrere le strade che lui ci indica, a lasciarci condurre da lui verso il nostro bene. Maria non ha ancora davanti agli occhi la salvezza di Israele, tutto è ancora segreto, nascosto, legato alla sorte di quel bambino che in lei è solo concepito. Eppure lei ne è certa: Dio è fedele, ricorda la sua misericordia e soccorre il suo popolo. Non ci sono dubbi, solo la paziente attesa di chi confida in lui sopra ogni cosa.

 

Facciamo nostra l’invocazione di Maria. Nel silenzio del cuore ripetiamo le sue parole: “Come hai soccorso Israele, tuo servo, ricordando la tua misericordia, così soccorri anche me, Signore.” e la preghiera insistente apra il nostro cuore al dono di Dio

 

07 dicembre

 

Le parole di Maria – Lc 1,55

 

come aveva detto ai nostri padri,

per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

 

In Cristo Gesù, che Maria ha concepito nel grembo, noi siamo diventati familiari di Dio (Ef 2,12-22). Egli ci ha voluti come sua discendenza, ci ha fatti figli nel suo Figlio. Nelle parole di Maria possiamo allora riconoscerci. La promessa fatta ai Padri e compiuta in Cristo Gesù è anche per noi. Noi vivamo questa appartenenza profonda a Dio. Egli vuole stabilire per noi una relazione confidenziale, familiare, e dentro questa relazione vuole realizzare per noi la sua promessa di serenità, di pace, di amore, di salvezza. 

 

Affidiamoci a Maria perché ci renda fedeli a Dio, grati per il suo amore, capaci di accogliere la sua paternità e di vivere realmente da figli suoi, testimoniando nel mondo il suo amore.

 

Affidamento a Maria:  (possiamo ripeterlo anche l’8 dicembre)

O Maria Immacolata,

rinnovo con la tua materna intercessione le promesse del mio Battesimo.

Rinunzio per sempre a Satana, padre di menzogna, accusatore dei figli di Dio, nemico della nostra gioia.

Rinunzio ai suoi inganni, alle sue seduzioni e alle sue opere e mi consegno interamente a Gesù, segno vivo dell’amore di Dio per me.

E per essere più fedele a Lui io oggi mi affido a Te, o Maria Immacolata, mia Madre e Signora. A Te, come un figlio, io abbandono e consacro la mia vita, la mia famiglia, la mia comunità parrocchiale.

O Maria, autami a disporre sempre di me nell’obbedienza assoluta a Cristo e al suo Vangelo, diventando testimone del suo regno nelle situazioni quotidiane e giudami in ogni difficolà e tempesta della vita. E quendo giungerò all’ultimo giorno, accoglimi, o Madre di Misericordia, tra le tue braccia. Presentami a Gesù, dicendo di me:

“Questo è mio figlio, che tu mi hai dato dalla croce”.

Allora esulterà l’anima mia nel Paradiso

e canterò il mio magnificat a Dio in eterno, con te  o Maria, Madre mia Immacolata. Amen

 

Ogni giorno si conclude con

 

La Preghiera di Benedetto XVI  - Una decina del rosario, l’orazione.

 

Preghiera di Benedetto XVI

Adattamento della preghiera pronunciata da Benedetto XVI

durante l’omaggio all’Immacolata di Piazza di Spagna l’8 dicembre 2006

 

“Piena di grazia” Tu sei, Maria, che accogliendo con il tuo “sì” i progetti del Creatore, ci hai aperto la strada della salvezza. Alla tua scuola, insegnaci a pronunciare anche noi il nostro “sì” alla volontà del Signore. Un “sì” che si unisce al tuo “sì” senza riserve e senza ombre, di cui il Padre celeste ha voluto aver bisogno per generare l’Uomo nuovo, il Cristo, unico Salvatore del mondo e della storia. Dacci il coraggio di dire “no” agli inganni del potere, del denaro, del piacere; ai guadagni disonesti, alla corruzione e all’ipocrisia, all’egoismo e alla violenza. “No” al Maligno, principe ingannatore di questo mondo. “Sì” a Cristo, che distrugge la potenza del male con l’onnipotenza dell’amore. Noi sappiamo che solo cuori convertiti all’Amore, che è Dio, possono costruire un futuro migliore per tutti.

“Piena di grazia” Tu sei, Maria! Il tuo nome è per tutte le generazioni pegno di sicura speranza. Sì! Perché, come scrive il sommo poeta Dante, per noi mortali Tu “sei di speranza fontana vivace” (Par., XXXIII, 12). A questa fonte, alla sorgente del tuo Cuore immacolato, ancora una volta veniamo pellegrini fiduciosi ad attingere fede e consolazione, gioia e amore, sicurezza e pace.

Vergine”piena di grazia”, mostraTi Madre tenera e premurosa per gli abitanti di questa tua città, perché l’autentico spirito evangelico ne animi ed orienti i comportamenti; mostraTi Madre e vigile custode per l’Italia e per l’Europa, affinché dalle antiche radici cristiane sappiano i popoli trarre nuova linfa per costruire il loro presente e il loro futuro; mostraTi Madre provvida e misericordiosa per il mondo intero, perché, nel rispetto dell’umana dignità e nel ripudio di ogni forma di violenza e di sfruttamento, vengano poste basi salde per la civiltà dell’amore. MostraTi Madre specialmente per quanti ne hanno maggiormente bisogno: per gli indifesi, per gli emarginati e gli esclusi, per le vittime di una società che troppo spesso sacrifica l’uomo ad altri scopi e interessi.

MostraTi Madre di tutti, o Maria, e donaci Cristo, la speranza del mondo! “Monstra Te esse Matrem”, o Vergine Immacolata, piena di grazia! Amen!

 

Decina del rosario

 

Orazione:

O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo che è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

 

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Copia di Volantino Affidamento Immacolata 2019 pag 1

Ecco tua Madre

Volantino Affidamento Immacolata 2019 pag 1Il legame della comunità di Bosco Chiesanuova con l’Immacolata è consolidato e di lunga data. Ne è testimonianza il monumento al centro della piazza, ma anche la storia di suor Maria Giuseppa Scandola, che ha sperimentato in molte tappe della sua vita e della sua consacrazione la materna protezione di Maria.

La proposta di un percorso di affidamento alla Madre del Cielo invocata come Immacolata è allora un’occasione importante che affonda le sue radici nel passato, ma che vuole aiutarci a vivere il presente radicati nella fede e a guardare al futuro con la speranza che la Vergine ci indica, quella che viene dal suo Figlio risorto. Il percorso è proposto e guidato dall’istituto Missionarie dell’Immacolata “Padre Kolbe” e culminerà nel gesto dell’affidamento che sarà vissuto proprio nella solenne celebrazione che ogni anno la nostra comunità vive l’8 dicembre alle 18.30.

Chi desidera compiere il gesto dell’affidamento sarà accompagnato dalle Missionarie ad approfondire la conoscenza e la devozione alla Vergine in cinque incontri che si svolgeranno il mercoledì alle 20.45 in queste date e con questi temi: 2 ottobre, “la gioia di un incontro” – Maria nel cuore e nel progetto di Dio; 23 ottobre, “Maria Madre” – il dono della madre, fondamento dell’affidamento a Maria; 6 novembre, “Maria Sorella” – accogliere Maria per far nostri i suoi atteggiamenti e scelte e per imparare a sentirla sorella nel cammino della vita e della santità; 20 novembre, “Maria discepola missionaria” – l’affidamento come dinamismo di vita e di missione; 4 dicembre, “Pregare con il cuore di Maria” – Maria donna di contemplazione che ci insegna la fiducia, la preghiera, l’abbandono a Dio e al suo progetto.

Il percorso ci aiuterà a radicare a devozione a Maria nella scrittura e nel magistero della Chiesa, e diventa per chi lo vive un’autentica esperienza di fede, un’occasione per dire con la Madre il nostro Sì a Dio e per lasciarci accompagnare come lei, nell’umiltà, a sperimentare la Beatitudine dell’amore del Padre.

Chi lo desidera ulteriori informazioni su questa proposta in parrocchia.

 

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La preghiera del Rosario

Bassoriliveo chiesa Parrocchiale

Maria consegna il Rosario a San Domenico, Chiesa di Bosco Chiesanuova, Altare della Madonna del Rosario

Le notizie storiche sulla nascita e sull’evoluzione della preghiera del Rosario sono innumerevoli ed emergono nelle vicende della Chiesa a volte in maniera precisa e luminosa, altre volte come cenno legato alla devozione di qualche santo. Non è semplice ricostruirne un percorso coerente e certo. Proviamo comunque a raggranellare qualche notizia per avere un’idea di quanto sia antica e radicata nella spiritualità cristiana questa devozione.

Già nel 1100 i filosofi di Chartres parlano di una devozione mariana simile al Rosario, ma ancora essa non ha questo nome.

In modo più specifico però, la nascita del rosario deve essere messa in relazione ad un’esperienza mistica di San Domenico di Guzmán. Racconta Alano della Rupe, Domenicano bretone, che il suo santo padre fondatore ebbe nel 1212 una visione. Mentre pregava, chiedendo la forza e la sapienza necessarie per combattere l’eresia albigese, Domenico ebbe una visione. La Madre di Dio gli apparve e in risposta alla sua richiesta gli consegnò il Rosario. Da allora questo fatto è stato spesso raffigurato nei capitelli e negli altari dedicati alla Vergine, per suggerire al popolo di Dio questa preghiera. Anche nella nostra chiesa parrocchiale, l’altare dedicato alla Madonna del Rosario ricorda questo fatto con un bassorilievo.

Da questo momento in poi le testimonianze si moltiplicano. La vita di San Domenico stesso è caratterizzata da fatti legati alla preghiera del rosario, ma la devozione si diffonde presto anche tra i fedeli.

Pochi anni dopo l’esperienza mistica del santo, nelle “Cantigas de Santa Maria”, il re di Castiglia e Leon, Alfonso X detto il saggio, loderà la Vergine Santa chiamandola «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi, dei cieli via (…)».

Un balzo nel tempo e troviamo san Filippo Neri, che nel suo oratorio a Roma insegnava ai suoi giovani a circondare di fiori l’immagine della Madre e a cantare le sue lodi,

Un altro balzo in avanti e siamo nel 1677, quando il noviziato di Fiesole, fondò una sorta di confraternita denominata “Comunella”. Riferisce la cronaca dell’archivio di San Domenico che «essendo giunte le feste di maggio e sentendo noi il giorno avanti molti secolari che incominiciava a cantar maggio e fare festa alle creature da loro amate, stabilimmo di volerlo cantare anche noi alla Santissima Vergine Maria….».

Il legame tra il mese di Maggio e la devozione mariana viene però da un Gesuita, Padre Annibale Dionisi, nato a Verona nel 1679 e morto nel 1754. Uomo di povertà, di pietà e di pazienza, egli pubblicò a Parma uno scritto dal titolo: “Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a’ veri devoti di lei”. Nel testo vi è anche una novità. Egli infatti invitava a praticare la devozione mariana nei luoghi quotidiani, nell’ordinario, non necessariamente in chiesa “per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine”.

Poco meno di cento anni dopo, a raccontare con tratti di profonda spiritualità, e a raccomandare con grande calore la devozione alla Vergine Maria, sarà San Luigi Maria Grignion de Montfort. Il suo “Trattato della vera devozione alla Santa Vergine” è un vero e proprio trattato su Maria, sul suo posto nella storia della salvezza, sull’importanza e la forma autentica della preghiera a lei, in particolare con lo strumento del rosario.

Molti santi poi sono stati promotori di questa devozione, come non ricordare ad esempio San Giovanni Bosco con la sua raccomandazione di pregare il rosario, e con l’esortazione ai ragazzi a pregare almeno tre Ave Maria ogni sera prima di dormire.

Nella storia recente sono i Papi ad aver dato costante impulso alla devozione del rosario e al mese di Maggio con il magistero e con il loro esempio concreto.

Il Santo papa Paolo VI, conosciuto per la più famosa esortazione apostolica “Marialis cultus”, vero gioiello della devozione a Maria, è autore di altri due scritti preziosi. L’enciclica “Mense maio” dove invita a pregare la Madonna per il felice esito del Concilio e per la pace nel mondo, e dove indica maggio come «il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione.

L’enciclica “Christi Matri”, nella quale rinnova l’invito accorato a pregare Maria perché ottenga al mondo il dono della pace.

San Giovanni Paolo II caratterizzerà l’intero suo ministero episcopale e petrino con la devozione a Maria, sintetizzata nel suo motto, preso dal trattato Montfort “Totus tuus”, tutto tuo! Egli torna moltissime volte sul tema della devozione Mariana, nelle catechesi e negli scritti. Ne ricordiamo due in particolare: l’enciclica “Redemptoris Mater” sulla Beata Vergine Maria nella vita della Chiesa in cammino, e la lettera apostolica “Rosarium virginis Mariae” sul santo rosario, nella quale tra l’altro egli aggiunge ai misteri tradizionali un nuovo ciclo di meditazioni sulla vita pubblica di Gesù.

Anche Papa Benedetto XVI e Papa Francesco hanno più volte raccomandato con le parole e con l’esempio la devozione a Maria e la preghiera del Rosario.

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Le nostre celebrazioni nel ponte dell’Immacolata

Venerdì 7 dicembre- Messe prefestive della solennità dell’Immacolata concezione di Maria:

ore 16.00 alla casa di riposo “Villa San Giacomo”

ore 18.30 in parrocchia a Bosco Chiesanuova

ore 20.00 in parrocchia a Valdiporro

Sabato 8 dicembre– messe festive nella Solennità dell’Immacolata concezione di Maria:

ore 8.30 a Bosco

ore 9.45 a Valdiporro

ore 11.00 a Bosco

ore 18.30 a Bosco– questa messa sarà animata dal coro parrocchiale e partecipata da alcune suore missionarie combonianenella memoria dei 120 annidalla professione solenne di suor Maria Giuseppa Scandolanell’istituto fondato da Mons. Comboni ( vedi informazioni a questo link http://www.parrocchiabosco.it/in-memoria-di-un-si/). Al termine della celebrazione la processione al monumentoe l’affidamento a Maria Immacolata

 

Domenica 9 dicembre – messe festive nella II domenica di Avvento

ore 8.30 a Bosco

ore 9.45 a Valdiporro

ore 11.00 a Bosco

ore 18.30 a Bosco

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In memoria di un sì

Un filo rosso unisce la storia della comunità cristiana di Bosco Chiesanuova con quella di una sua figlia di riguardo: suor Maria Giuseppa Scandola. Questa straordinaria donna ha lasciato la sua terra natale nel 1872, affascinata dalla proposta di Daniele Comboni di partecipare al suo sogno missionario per l’Africa. L’affetto per la terra d’origine non mancò mai nell’esperienza di Suor Maria Giuseppa. Questo sentimenti sincero e limpido non perse mai la purezza della gratuità, e non divenne perciò mai ostacolo al dono totale della sua vita per la missione. Nella sua vicenda si scorge qualcosa di più grande che la lega alla sua terra, qualcosa che viene dalla fede profonda e che ha a che fare con l’Immacolata. Per capire questo legame, basta ripercorrere, sincronizzandole tra di loro, alcune date della storia della parrocchia e della vicenda di suor Maria Giuseppa.

 26 gennaio 1849 - Nasce in contrada Biancari di Bosco Chiesanuova Maria Teresa Scandola: tutti la chiameranno “Marietta”, diventerà suor Maria Giuseppa.

8 dicembre 1854 - Pio IX proclama solennemente il dogma dell’immacolata concezione di Maria

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Iscrizione alla base del monumento all’Immacolata nella piazza di Bosco Chiesanuova

31 gennaio 1855 - Mons. Stefano Crosatti, alla fine di un triduo di preghiera che festeggia la definizione dogmatica, mette la comunità sotto la protezione dell’Immacolata e propone la costruzione del momumento in piazza che sarà inaugurato il 15 agosto 1855.Marietta Scandola ha sei anni; di li a poco la protezione della madre celeste le sarà preziosa, anche per affrontare il dramma che segnerà la sua giovane vita: il 30 agosto 1855 resterà orfana del padre.

Nel 1864 Mons. Stefano Crosatti sarà chiamato a lasciare la comunità di Bosco Chiesanuova. Nel 1870 diventerà vicario generale della Diocesi di Verona.

8 dicembre 1874 - insieme ad alcune altre giovani, Maria Teresa Scandola inizia formalmente il periodo di formazione religiosa e missionaria. La celebrazione sarà presieduta da Mons Crosatti che aveva battezzato Maria Teresa e che certamente aveva contribuito a ravvivare e far crescere la sua devozione mariana. Ormai tutti chiamano Marietta con il nuovo nome che Comboni le ha dato: Giuseppa.

L’8 dicembre del 1898 - nella nuova chiesa dell’Immacolata in Assuan, Suor Maria Giuseppa Scandola pronuncia finalmente i suoi voti perpetui nelle mani di Mons. Antonio Maria suor_ScandolaRoveggio, suo direttore spirituale e secondo successore di Mons. Daniele comboni come Vicario Apostolico dell’Africa Centrale.

Sono passati 120 anni da quel lontano 8 dicembre, ma a Bosco Chiesanuova si rinnova ancora oggi la devozione alla Vergine Immacolata. La sera dell’8 dicembre, dopo la celebrazione delle 18.30 ci recheremo al monumento dell’immacolata per affidare la nostra comunità parrocchiale alla Vergine Maria. La Madre celeste ci renda come suor Maria Giuseppa coraggiosi e fedeli testimoni di Cristo, non tanto con le parole ma con autentici fatti di carità, germogli di una vita vissuta nella logica del dono.

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Un appuntamento che non può mancare

Nella memoria della nostra fede c’è un luogo che riveste una particolare importanza, perché porta con se ricordi di bellezza, atmosfere di pace, perché si porta dietro i racconti di devozione e fede dei nostri nonni ma è capace di portare anche noi in una dimensione di serenità, di verità, di desiderio di Dio. Per questo il pellegrinaggio al santuario “Madonna della Corona” è una tappa annuale che non può mancare nella vita delle nostre comunità. Domenica 7 ottobre siamo partiti in molti. Qualcuno, più coraggioso e più allenato, si è messo in Unknown-1Unknown-2marcia alle 6 del mattino per vivere tutto il pellegrinaggio a piedi. Altri si sono organizzati per recarsi a Brentino e affrontare nell’amicizia circa 1700 gradini che raggiungono il santuario. Altri ancora hanno raggiunto in pullman la frazione di Spiazzi per scendere verso la Basilica. Abbiamo celebrato l’eucaristia portando ai piedi della vergine le preghiere e le intenzioni di tutta la comunità. Quest’anno anche gli anziani della casa di Riposo “Villa San Giacomo” hanno potuto partecipare in qualche modo all’esperienza. Nella messa di sabato 6 ottobre ciascuno di loro ha consegnato al parroco un lume, al quale affidare idealmente le loro intenzioni di preghiera, e don Lucio ha acceso questi lumi al santuario. L’esperienza di questo pellegrinaggio è stata per molti occasione di preghiera, di unità, o anche semplicemente di condivisione. Maria illumini il cuore di coloro che hanno voluto condividere questa esperienza, ascolti le nostre preghiere e custodisca la vita delle nostre famiglie e comunità.

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Un invito di Papa Francesco

Papa Francesco ha affidato alla Sala Stampa della Santa Sede il compito di raggiungere tutti con un invito di preghiera. Nel mese di Ottobre, tradizionalmente legato alla preghiera del Rosario, il Santo Padre ci chiede l’impegno di pregare ogni giorno il rosario, facendo nostre anche le parole dell’antica antifona mariana “Sub tuum praesidium” e della preghiera a San Michele Arcangelo composta da papaLeone XIII. Il Santo Padre chiede che tutti i credenti si uniscano nella comunione di preghiera con queste modalità per un’intenzione molto particolare: “perché la santa Madre di Dio ponga la Chiesa sotto il suo manto protettivo: per preservarla dagli attacchi del maligno, il grande accusatore, e renderla allo stesso tempo sempre più consapevole delle colpe, degli errori, degli abusi commessi nel presente e nel passato, e impegnata a combattere senza nessuna esitazione affinché il male non prevalga.”

Facciamo nostra questa intenzione di preghiera del Papa!

il comunicato della sala stampa: Comunicato della sala stampa della Santa Sede 01504  il comunicato in originale è reperibile al link: http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/09/29/0707/01504.html

Le preghiere indicate dal Papa: Unknown-1

sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio:

non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,

e liberaci da ogni pericolo, o vergine gloriosa e benedetta.

 

San Michele Arcangelo,difendici nella lotta,

sii nostro presidio contro le malvagità e le insidie del demonio.

Capo supremo delle milizie celesti,fa’ sprofondare nell’inferno, con la forza di Dio,

Satana e gli altri spiriti maligniche vagano per il mondo per la perdizione delle anime. Amen.