Bosco Chiesanuova, la “Perla dei Lessini”, è il paese piú popolato della fascia montana dei Monti Lessini. La chiesa parrocchiale di Bosco Chiesanuova, dedicata ai Santi Tommaso e Benedetto, è l’elemento monumentale più maestoso di tutto il territorio comunale; presenta nel suo insieme uno stile architettonico unitario, frutto di un progetto attuato da un cantiere che ha operato all’incirca un secolo fa.
La costruzione delle prima chiesa è frutto ed espressione dell’insediamento in questo territorio di gruppi di coloni cimbri a partire dall’inizio del XIV secolo.
Sino al XIII secolo, infatti, nella fascia montana dei Lessini, non c’erano insediamenti permanenti ma esisteva una foresta primaria costituita prevalentemente da grandi faggi che, con il successivo graduale disboscamento, portò alla nascita di grandi pascoli poi adibiti all’alpeggio di greggi di pecore, spesso controllati da monasteri e da istituzioni religiose della città.
È in questo contesto ambientale che fecero la loro comparsa dei boscaioli di origine bavarese interessati a colonizzare il territorio di questa grande foresta, sfruttandola come risorsa. Il momento economico era favorevole in quanto le città si stavano espandendo e le attività andavano sviluppandosi. Il documento che sancì la prima colonizzazione di un’area dei Lessini veronesi fu una concessione del Vescovo di Verona del 5 febbraio 1287 che stabiliva che a ciascuna famiglia fosse assegnata un’area di terra arativa e prativa, denominata “maso”, dove costruirsi una casa ed esercitare attività come l’agricoltura e l’allevamento. Il Vescovo garantiva la costruzione, entro il primo anno, di una chiesa e concedeva alla comunità il diritto di scegliersi liberamente un sacerdote di lingua tedesca, al quale ci si impegnava ad assegnare un maso e delle rendite.
Il sistema di insediamenti che si diffuse in un primo tempo fu di tipo sparso, costituito da case unifamiliari isolate, probabilmente costruite in legno. Questo fatto comportava per gli abitanti dei masi di dover spesso compiere un lungo tragitto a piedi, attraversando uno o addirittura due vaj, per poter partecipare ad esempio alla messa domenicale o per prendere parte alle attività del villaggio. Ciò spiega la decisione di costruire una chiesa nuova nel territorio detto di “Valle Porro”, cioè nel territorio posto “al di là della valle” rispetto al primo centro sociale situato nella zona di Roverè Veronese.
Per i cimbri dei Lessini, questa nuova chiesa, completata nell’anno 1375, rappresentava il “nuovo tempio” rispetto alla vecchia chiesa matrice di Roverè. Il patrono a cui venne intitolata la chiesa fu San Tommaso, cui sarà piú tardi aggiunto San Benedetto. Nacque così la nuova Comunità della Chiesa Nuova. La posizione scelta per edificare la nuova chiesa è di dorsale, in modo da poter essere vista anche da lontano e perché le campane potessero essere sentite, per quanto possibile, da tutti i coloni.
Col passare dei secoli, sul sito della prima chiesa, in seguito ad ampliamenti o rifacimenti, si sono succeduti edifici via via più grandi. Da ricerche fatte dagli storici si scopre che ben cinque volte la Comunità della Chiesa Nuova si impegnò, unicamente con le proprie risorse, ad ingrandire e migliorare la chiesa, una volta per secolo: nel 1501, nel 1610, nel 1707, nel 1851, e l’ultima nel 1911; e almeno due volte venne costruito il campanile.
La chiesa attuale è il frutto di una serie di vicende della Comunità di Bosco, iniziate nella prima metà del XIX secolo, e caratterizzate da un rapido incremento della popolazione, ma anche dall’affermarsi e dal rafforzarsi nel tempo della pratica della villeggiatura estiva da parte di famiglie nobili e borghesi delle città. In poco più di un secolo, fra il 1800 e il 1915, grazie a una diminuzione della mortalità infantile e a una minor incidenza di eventi epidemici, la popolazione del Comune di Bosco Chiesanuova praticamente raddoppiò, passando da circa 2000 a quasi 4400 abitanti. Ciò avvenne nonostante il fenomeno dell’emigrazione, che sottrasse alla popolazione un considerevole numero di individui. I protagonisti della costruzione della nuova chiesa furono numerosi: in primo luogo la popolazione di Chiesanuova, ma anche molti altri, tra cui illustri personaggi di Verona avvezzi alla villeggiatura.
Protagonista chiave della vicenda fu senza dubbio don Emilio Zorzi, parroco sin dal 1886, che si impegnò subito a promuovere progetti, iniziative e lavori per la realizzazione della nuova chiesa. In seguito don Emilio seguì con attenzione e trepidazione tutte le pratiche e i lavori per la realizzazione del tempio. Antonio Poggi, un architetto di Bologna che iniziò a frequentare Chiesanuova come villeggiante sin dal 1895 dopo aver incontrato Don Zorzi nel 1893, si offrì come progettista della nuova chiesa a titolo gratuito ed ottenne così il relativo incarico. Sin dall’inizio si decise di privilegiare nella costruzione della chiesa la pietra locale e in particolare il Rosso Ammonitico, calcare che presenta un bel colore rosato intenso.
Oltre alle pietre locali, altro materiale utilizzato per la costruzione della chiesa fu il cemento armato. In quegli anni di inizio ‘900 le tecnologie dell’uso del cemento armato andavano progressivamente affermandosi, anche se si stava ancora attraversando la fase pionieristica.
Dopo molti anni di cantiere e il completo rifacimento/spianamento della piazza si giunse all’inaugurazione e consacrazione del 19 agosto 1911 con i lavori pressoché completati se si esclude il portale della facciata.
La chiesa attuale è frutto di molti altri interventi a opera soprattutto di Don Angelo Bolla, come ad esempio la sostituzione dell’altare maggiore completato nel luglio 1946. Il vecchio altare maggiore della fi ne del ‘600 fu smontato e donato alla chiesa di Ronconi dove può essere ancora ammirato.
A cura di Lorenzo.
Le notizie sono prese dal volume “Ecclesia Nova” di Laura Ragnolini e Ugo Sauro edito dalla Parrocchia di Bosco Chiesanuova.